Torta di albumi e mandorle, mele e crema al Calvados

Il Calvados è un distillato di mele che prende il nome dall’ omonimo dipartimento francese della Normandia, e caratterizza con il suo profumo sia le mele che la crema di questo dolce. Potete trovare questa ricetta anche nella rubrica la cucina intollerante, assieme a tante altre, come la torta di mele rovesciata

Procedimento :

Dividere i tuorli dagli albumi e montare leggermente questi ultimi con la frusta. Amalgamarli con la margarina fusa, le mandorle macinate, 100 grammi di farina e lo zucchero a velo, ottenendo un impasto non troppo denso.

Ungere la tortiera, versarvi l’impasto e cuocere in forno a 180 gradi per 15/20 minuti.

Sbucciare le mele, eliminare i torsoli e dividerle in ottavi. Porle in una casseruola con lo zucchero di canna e il Calvados e cuocere a fuoco medio per circa 20 minuti, finché non sono cotte ma ancora integre.

Disporre le fette di mela scolate a raggiera sopra la torta fino a coprirne la superficie, conservando il liquido di cottura.

torta al calvados

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Ammollare la gelatina in acqua fredda.

Portare ad ebollizione il latte di riso. Sbattere i tuorli con lo zucchero a velo ed incorporarvi la farina setacciata. Aggiungere il latte di riso e il liquido di cottura delle mele, porre su fuoco medio per far addensare, mescolando con la frusta fino ad ottenere una crema non troppo densa. Strizzare la gelatina ed unirla alla crema mescolando per farla sciogliere bene.

Unire anche i canditi e versare il composto sopra la torta coprendo le mele.

Passare in frigorifero per un paio d’ore, poi coprire la superficie semirappresa con le gocce di cioccolato.

Rimettere in frigo per altre due, tre ore per completare la solidificazione della crema.

torta al calvados

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una torta fresca e leggera

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Una risposta a “Torta di albumi e mandorle, mele e crema al Calvados”

  1. Colour photos can be dicartsting, I think. The eye is drawn to the brightest colour. Photo #1 is an example. The eye is irresistibly drawn away from the entrance procession to the bright red of the fire extinguisher in the corner of the photo.I’ve seen many pictures of the great cathedrals of Europe spoiled completely by a row of brightly coloured cars parked in the foreground. It can’t happen in black-and-white !This is perhaps why it is easier (at least, in my experience) to read the architecture of a building in black-and-white. The eye is free to travel along the lines of perspective without distraction. The light and shadow is more obvious.For decades, our art books were illustrated in black-and-white. Colour plates were rare, and being printed on a different paper, were “tipped in”. I had no problem with this.Of course, for close study, especially perhaps of stained glass, colour photography is highly desirable.Photo #4 gave me a jolt. At first, I thought it was a shot of Father celebrating at the old high altar, until I remembered that the old altar is no longer there !But it demonstrates clearly where the focal point of the building is.

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